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Tuesday, May 8, 2012

Simone Pepe Gorgeous Overhead Volley Goal - Juventus v. Lazio

* Simone Pepe collects the pass from Andrea Pirlo on his chest and briliantly finishes with the overhead volley. Juventus beats Lazio 2-1 in Serie A.

Sunday, April 1, 2012

Juventus Turin Serie B Stagione 2006 2007

  All'inizio l'incubo sembra ancora peggiore. Dallo scudetto vinto sul campo, la Juventus, nella torrida estate del 2006, si ritrova sull'orlo della serie C. Questa infatti è la pena proposta in prima istanza al processo di primo grado per il cosiddetto scandalo di "Calciopoli", un procedimento allestito in tutta fretta (e con troppa fretta) dalla Federazione. Per i bianconeri viene proposto, oltre alla perdita del titolo 2006 e di quello 2005, anche il doppio declassamento, in serie C e con 6 punti di penalizzazione. La Juventus tenta in tutti i modi di  difendersi, ma alla fine l'avvocato Cesare Zaccone, che difende i bianconeri, si rassegna a chiedere un patteggiamento. La sentenza di primo grado, emessa il 14 luglio 2006, è da brividi: serie B e 30 punti di penalizzazione: in pratica, una condanna a lottare per una difficilissima salvezza. La sentenza viene poi mitigata in secondo grado, il 26 luglio, con la riduzione della penalizzazione da -30 a -16, ma intanto, in casa della Vecchia Signora, è tutto un fuggi-fuggi, con i giocatori più importanti che cercano in tutti i modi di farsi cedere.

 Calciomercato: La società prova a riorganizzarsi in tempo per il ritiro precampionato di Acqui Terme, e dà il via a una serie di operazioni di mercato pensate per riequilibrare il rapporto costi-ricavi. Tranne poche eccezioni, chi ha mercato, va via: Emerson e Fabio Cannavaro finiscono al Real Madrid (23 milioni per la vendita in coppia), Ibrahimovic (24,8) e Vieira (9,5) all'Inter, Mutu (8) alla Fiorentina, Zambrotta (14) e Thuram (5) al Barcellona,  Sembra destinato ad andarsene anche Gigi Buffon, richiesto da mezza Europa, ma il portiere, con una scelta clamorosa, decide volontariamente di rimanere, e chiede alla società di ritirarlo dal mercato. Fa lo stesso anche il capitano Alex Del Piero, mentre accettano la serie B su proposta societaria anche Trezeguet, Camoranesi, Chiellini e Nedved. Per completare la squadra si fa ricorso alla linea verde, promuovendo una interessante nidiata di primavera, fra cui spiccano Marchisio, De Ceglie e Giovinco, e vengono richiamati giocatori lasciati in prestito nelle precedenti stagioni, come Tudor e Legrottaglie (dal Siena), Palladino (dal Livorno) e Kapo (dal Monaco). Gli unici acquisti onerosi sono il riscatto di Criscito dal Genoa (7,5 milioni), il monumentale (ma lento) stopper Boumsong dal Newcastle (4 milioni) e Bojinov, ingaggiato dalla Fiorentina nell'ambito dell'operazione-Mutu.

 Serie B o A2?: Un po' per i fatti di Calciopoli, un po' per questioni congiunturali, il campionato di serie B 2006-07 passa alla storia come il più qualitativo tecnicamente nella storia dei tornei cadetti. Qualcuno lo definisce una sorta di "serie A2", per la presenza, oltre che della Juventus, di Napoli e Genoa (che saranno promosse finendo rispettivamente al 2° e 3° posto), Brescia, Bologna, Bari, Lecce e Verona (quest'ultima destinata addirittura a una clamorosa retrocessione). La copertura mediatica e l'attenzione sul campionato sono senza precedenti.
Falsa partenza: Con 16 punti di penalizzazione in classifica il campionato della Juventus in serie B comincia al "Romeo Neri" di Rimini il 9 settembre 2006, e i bianconeri capiscono subito quanto può essere difficile la serie cadetta: il gol del giovane Paro al 60°, infatti, non basta per vincere. Il Rimini pareggia al 74° con Ricchiuti. Ma la Juve impara subito la lezione: infatti, dalla seconda alla nona giornata inanella otto vittorie consecutive, contro Vicenza (1-0), Crotone (3-0), Modena (4-0), Piacenza (2-0), Brescia (2-0), Treviso (1-0), Triestina (1-0), Frosinone (1-0, nel giorno della gara numero 500 di Del Piero con la maglia della Vecchia Signora). La porta bianconera resta imbattuta per 807', fino al 73° di Napoli Juventus (6 novembre), quando Bogliacino pareggia il gol iniziale di Del Piero e fissa il punteggio sull'1-1.

  Da -16 a -9: Intanto, l'impetuosa serie di vittorie spinge la Juve alla rimonta in classifica. Nelle prime giornate, con i torinesi attardati dalla penalizzazione, si contendono la vetta Napoli, Genoa, Lecce, Rimini, Piacenza, Bologna e Mantova. Col passare delle giornate, Napoli e Genoa allungano sul resto del gruppo, ma a fine ottobre, in coincidenza col match contro il Frosinone, la sentenza d'appello riduce la penalizzazione bianconera a 9 punti, e la Juve si ritrova catapultata dal terzultimo al secondo posto.
Dominio: Al termine del girone di andata la Juventus è in testa e comincia a mettere molto distacco tra sé e tutte le altre. Uniche a tenere il passo, Genoa, Napoli e, in misura minore, Piacenza, Brescia e Rimini. Basta un dato per comprendere a che punto arrivi il dominio bianconero: la prima sconfitta della Juve arriva solo alla diciannovesima giornata, 1-0 a Mantova con autorete di Kovac. Poi un secondo ko alla ventisettesima, per mano del Brescia, che si impone in casa per 3-1 con tre reti di Serafini, che gioca la partita della vita. La squadra di Deschamps è un rullo compressore, e nonostante la penalizzazione arriva a mettere anche dieci punti di distacco fra sé e la seconda in classifica. La promozione matematica è solo questione di tempo, e arriva alla quartultima di campionato, ad Arezzo, il 19 maggio. La Juve vince 5-1 con doppiette di Del Piero e Chiellini e rete di Trezeguet (di Floro Flores il gol aretino). 

 Deschamps si dimette: Ma la gioia della promozione trova il suo contraltare nei problemi interni. Non c'è più amore fra Deschamps e la dirigenza juventina, e in particolare il ds Alessio Secco. L'annuncio che la società si è già aggiudicata, per l'annata 2007-08, le prestazioni di Vincenzo Iaquinta, prelevato al costo di 8 milioni, ma poco gradito al trainer, fanno precipitare gli eventi. Deschamps chiede maggiore voce in capitolo sul mercato, un rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2008, con prolungamento fino al 2010, e rassicurazioni sulla centralità del suo ruolo. L'amministratore delegato Blanc convoca il tecnico di Bayonne per un incontro chiarificatore che dovrebbe svolgersi da lì a qualche giorno, ma evidentemente non usa toni convincenti; di certo lo sono di più quelli del Marsiglia, che si fa vivo segretamente con l'allenatore bianconero e lo alletta con un contratto pluriennale. Deschamps si prende qualche giorno e dopo la partita con il Mantova, vinta 2-0 dai bianconeri, annuncia le dimissioni, senza nemmeno andare all'incontro con Blanc.

 Con Corradini due ko: La Juventus, spiazzata dalle dimissioni, affida la squadra per le ultime due giornate a Giancarlo Corradini (ex giocatore di Torino e Napoli, e vice di Deschamps) il quale però passa alla storia negativamente, perdendole entrambe: 1-0 a Bari e addirittura 3-2 in casa, all'ultima giornata, contro lo Spezia. Non proprio un gran finale. La Juventus vince comunque il campionato con ampio margine: 85 punti, contro i 79 del Napoli e i 78 del Genoa. Senza i 9 di penalizzazione, i bianconeri avrebbero chiuso a quota 94, con una media punti siderale. Come corollario, il record di vittorie (28), il miglior attacco del campionato (83 gol fatti) e la miglior differenza reti (+53). Il brutto finale di campionato compromette invece la nomea di miglior difesa, che passa al Napoli con 29 reti subite. La Juve ne incassa in tutto 30, 4 dei quali nelle ultime due giornate.

 Del Piero capocannoniere: Oltre alla soddisfazione per la vittoria finale che riporta la Vecchia Signora in serie A dopo un solo anno di purgatorio, l'annata registra il titolo di capocannoniere di Alex Del Piero, che chiude a quota 20, battendo Bellucci del Bologna, fermo a 19, e Papa Waigo del Cesena, che ne realizza 15. Tanti quanti il compagno di reparto di Del Piero, David Trezeguet.
Coppa Italia: A margine del campionato, due note sulla Coppa Italia, forse la vera nota negativa della stagione per la Juventus: la squadra bianconera, che pure aveva dichiarato di puntare alla vittoria finale, esce dai giochi già al 3° turno eliminatorio, dopo aver fatto fuori Martina (3-0) e Cesena (2-1). Ad eliminare i bianconeri è il Napoli, che chiude sul 3-3 una partita emozionante (punteggio sul 2-2 dopo i tempi regolamentari, ai supplementari 3-2 di Del Piero e definitivo pareggio di Paolo Cannavaro), e si impone ai calci di rigore ad oltranza: finisce 5-4 con errori di Dalla Bona e Cannavaro per gli azzurri, e di Buffon, Marchionni e Balzaretti per i bianconeri.




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Money Time 2011 2012: Campionato Juventus Napoli and Catania Milan

   Interviewé par La Gazzetta dello Sport, le milieu de terrain Claudio Marchisio s'est exprimé au sujet du match à venir dimanche prochain, au Juventus Stadium, face au Napoli. Un choc entre la Vieille Dame, 2e de Serie A à 4 points du Milan AC, et les Partenopei, qui eux sont 4es à 3 points de la Lazio, 3e et virtuellement qualifié pour le tour préliminaire de la prochaine C1 : "C'est un match très important pour différentes raisons. Premièrement, Naples est une très grande équipe, qui démontre depuis des années en championnat qu'elle est à sa place en haut du classement. Et, même si nous avons 4 points de retard sur Milan, avant de regarder devant nous, on doit regarder derrière, car le Napoli cherchera à prendre des points chez nous pour se rapprocher d'une qualification en Ligue des Champions". 

 Marchisio a pris une nouvelle dimension cette saison, au cours de laquelle il a marqué 8 fois (7 fois en championnat et 1 fois en Coupe d'Italie) : "Au delà de mes caractéristiques, le mérite de cette bonne saison personnelle revient à mon entraîneur (Antonio Conte). D'ailleurs, ce n'est pas la Juve de Marchisio. Conte a mis en place un nouveau module de jeu, des milieux de terrain techniques sont arrivés (Pirlo et Vidal notamment)... Notre coach nous a appris à jouer au ballon, à mieux le conserver ; même les défenseurs essaient de gérer la balle au lieu de la balancer en avant. C'est beau de jouer comme le Barça, c'est ça qui divertit le plus le public. Même si nous ne sommes pas encore le Barça évidemment. Mais si on peut jouer avec autant de joueurs techniques au milieu, c'est parce que nous faisons tous les efforts défensifs ensemble". La Juve est encore la seule équipe invaincue d'Europe, et elle n'a encaissé que 17 buts en 29 matches. Marchisio pense aussi à l'Euro 2012 qui se jouera cet été en Ukraine et en Pologne : "Lors du dernier Mondial en Afrique du Sud, nous sommes tous arrivés en mauvaise condition physique. Cet été, on verra bien lors de notre préparation où nous en serons sur ce plan là, et si oui ou non nous pourrons aller loin. L'Italie mérite et a le devoir de passer le premier tour et de chercher à aller le plus loin possible".   

L'AC Milan n'a pris qu'un point samedi à Catane (1-1), entre ses deux matches de quarts de finale de la Ligue des champions contre le FC Barcelone, laissant à la Juventus Turin la possibilité de revenir à 2 points si elle bat Naples dimanche, pour la 30e journée de championnat d'Italie. Avec une équipe remaniée, Massimiliano Allegri laissant reposer les «vieux» Clarence Seedorf, 35 ans et Alessandro Nesta, 36 ans, en vue du match au Camp Nou mardi (0-0 à l'aller), le Milan a été bousculé et rejoint sur un but de Nicolas Spolli (57), malgré l'ouverture du score de Robinho (34). Les matches se suivent et ne se ressemblent pas. Après avoir défendu bas et procédé en contres hyper rapides contre le Barça, le Milan s'est heurté à un Catane qui avait adopté cette même tactique. Cette fois, il revenait aux «Rossoneri» de faire le jeu. Et sur une de ces actions construites, Robinho, prenant appui sur Zlatan Ibrahimovic a ouvert le score. Le Brésilien s'est rattrapé de l'énorme occasion gâchée contre les Catalans en tout début de match. 

 Avant l'ouverture du score, le gardien Juan Pablo Carrizo avait bloqué des frappes d'Urby Emanuelson (8) et d'«Ibra» (17), le Suédois manquant le but dans les mêmes conditions que contre Victor Valdès mercredi. Mais une fois mené au score, Catane a montré qu'il savait aussi faire le jeu et que sa 7e place au classement n'était pas usurpée. Et le match a été vraiment emballant. Alejandro Gomez a expédié une superbe frappe en feuille morte sur la transversale (38), puis les Siciliens ont accéléré en début de seconde période, se créant plusieurs occasions, et croyant même marquer par Gomez, but annulé pour hors-jeu (47). Nicolas Spolli, à la suite d'un corner, a obtenu une égalisation méritée, qui récompense les progrès de l'équipe de Vincenzo Montella, qui n'a perdu qu'un match en trois mois, à la Juve. Dans la dernière partie du match, le Milan aurait pu décrocher la victoire, notamment sur un ballon de Robinho pas totalement entré grâce au retour de Giovanni Marchese sur la ligne (65), ou par Philippe Mexès de la tête (77) et «Ibra» (80, 90). 



Juventus Napoli
1 Avril 2012
Juventus Arena,
Torino
 




Catania Ac Milan
31 March 2012
Stadio Angelo Massimino,
Catania
Referee: M. Bergonzi
Attendance: 14000

 

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CATANIA : Carizzo; Motta, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (92′ Seymour); Gomez (85′ Lanzafame), Bergessio, Barrientos (70′ Llama). Entr: Montella.
MILAN : Abbiati; Abate, Bonera, Mexes, Antonini; Aquilani (85′ M. Lopez), Ambrosini, Nocerino; Emanuelson (52′ Boateng); Robinho (72′ El Shaarawy), Ibrahimovic. Entr: Allegri
Avertis: Mexes, Ambrosini 


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Tuesday, March 27, 2012

Juventus Campione d'Italia, Stagione 1971 1972

   Per il tecnico granata la vittoria di Bologna è stata la più grossa soddisfazione del campionato - 11 capitano Ferrini: «Dispiace perdere lo scudetto per un punto» Bettega piange. Volano tappi di champagne, che scorre a fiumi non soltanto nei bicchieri. Spinosi suggerisce a gran voce di infilare Boniperti solto la doccia. Il presidente accetta, ebbro di felicità, e poi debbono portarlo via a viva forza altrimenti rischia di annegare. La stessa sorte tocca a La Neve, a Furino che ha seguito la partita in tribuna stampa. Abbracci, baci, strette di mano, congratulazioni, negli spogliatoi della Juventus si festeggia il quattordicesimo scudello, il sesto di Boniperti. il quarto di Salvadore, il secondo di Haller, il primo di tutti gli altri. Roberto Bettega che nel corso della festa piange fa tenerezza, ma è il simbolo di una stagione sofferta, di uno scudetto strappato con i denti. E' stato Boniperti ad insistere perché Roberto venisse a Torino per l'ultima partila. «La mia resistenza e stata debole — spiega Roberto — temevo la confusione e le emozioni. Però il presidente ha insistilo e ho accettato». Bettega è arrivato alla stadio poco prima dell'intervallo, ha preso posto in tribuna d'onore ma è stato subito notato e così ha riassaporato il gusto degli applausi, dopo quattro mesi di assenza dal campo torinese. S'è messo a piangere quando Monti ha fischiato la fine, poi ha continuato a piangere negli spogliatoi mentre 1 compagni lo abbracciavano. Lo ritroviamo un po' ingrassato, ma quella sua pancetta «con i primi allenamenti, nel prossimo agosto, sparirà». «Sono stati magnifici — dice Bettega riferendosi ai compagni di squadra — è uno scudetto che hanno meritato perché voluto contro la sfortuna e i momenti più difficili». 

 Perché piangi? Gli chiedono. «Non lo so — risponde Roberto — non so se per la gioia oppure per la tristezza, perché in campo non c'ero e non sono come loro, cioè come i miei compagni». La maglia numero 11 è sempre sua. «Si, ma vedo che Haller la porta bene, sono felice per Helmut, è sempre un grande giocatore». Boniperti, che ha deposto i suoi vestiti fradici per cambiarli con altri, chiama i giocatori in disparte, proprio nel pressi della doccia. La porta si chiude ai giornalisti e fotografi per qualche minuto. Anche Bettega, ovviamente, partecipa al «discorsetto» del presidente che, ci riferiranno più tardi, dice pressapoco: «Vi ringrazio, siete stuti magnifici, non ho parole, anzi ho sonno perché la notte scorsa non sono riuscito a chiudere occhio. Ma non credo di essere stato l'unico. Complimenti, però dobbiamo andare avanti. C'è la Coppa Italia ci sarà un altro campionato, la Coppa dei Campioni. Insomma prendiamolo come un esaltante punto dì partenza ma non di arrivo». I giocatori escono levando negli spogliatoi un grido corale, quello che a volte avvertivano dagli spalti nei momenti più difficili della loro stagione e che ora lo ripropongono come una rivincita: «Góba. góba. gòba!». Capello nell'entusiasmo riesce a concentrarsi ancora per un momento sulla vittoria con il Vicenza: «Nei primi venti minuti siamo andati vicini al gol quattro volte, Io subito ho colpito la traversa, Anastasi pensava fosse già gol ed ha tentennato un attimo prima di intervenire, cosi l'azione è sfumata sul fondo». «Fino al 2-0 non ci siamo sentiti sicuri dice Spinosi, autore del raddoppio . 

 Morini mi ha detto: vai avanti che segni. Missione compiuta, l'ultimo gol l'avevo fatto In Coppa Italia a Marassi. Sono felice da impazzire». Causio: «Dedico questo scudetto a mio figlio che sta per nascere. Ma lo dedico anche a Picchi che non abbiamo mui dimenticato, al signor Vycpalek, al presidente, ai nostri tifosi. L'abbiamo strappato con i denti, soffrendolo fino all'ultimo, però al di là dei valori tecnici, ce lo siamo meritati perché la nostra forza consiste nell'umiltà e siamo tutti uniti. Se qualche volta in campo ci siamo lasciati andare a qualche gesto dì insofferenza non e stato per mancanza di reciproco rispetto ma perché la tensione accumulata in tante partita ci aveva resi nervosi. Debbo fare i complimenti al Torino. Bravi i cugini granata, fortissimi noi». Morini: «Scudetto sudato, a metà campionato l'avevamo in mano poi la concorrenza e la sfortuna l'hanno messo in perìcolo. Abbiamo dimostrato che siamo maturi, abbiamo vinto contro tutti e anche contro chi non si è limitato ad attaccarci sul campo a. Anastasi riceve i complimenti di Pino Caruso, il noto comico siciliano, a Torino per girare un film. Pietro gli dice: «E' il primo scudetto dei siciliani, mio, di Furino, di Vycpalek, suo anche. Speravo di segnare un gol nell'ultima partita ma non importa, abbiamo vinto. Dedico questo scudetto a mia moglie perché lo scorso anno quando non andavo bene mi ha aiutato. 

 E lo dedico anche agli sportivi che mi applaudivano persino quando giocavo male. Sono felice che non ve ne fate un'idea. Questa e. anche la risposta a certa gente che non credeva in noi e che non ha perso occasione per criticarci». Haller subito chiede tempo. «Devo prendere fiato e poi ho Il cuore che batte troppo forte, per l'emozione» spiega. Qualche minuto dopo mentre beve un bicchiere di champagne gli dicono: «Questo, costa di meno rispetto a quello di Wolverhampton ii. «Sì — risponde — ho pagato due milioni di multa, ma pur di vincere un altro scudetto sarci disposto a pagarne tre di queste multe. A Wolverhampton avevo sbagliato, però in seguito ho cercato di dimostrare, che pur con trentatré anni sulle spalle valgo uncora qualcosa. Anzi mi sento come se ne avessi ventotto. Dedico questo scudetto al presidente, ai dirigenti, a Vycpalek, ma in particolare a Picchi che mi ha insegnato ad essere uomo e non soltanto giocatore in campo. Peccato che per lui questo titolo sia arrivato troppo tardi. L'abbiamo vinto due volte, per il gioco e contro la sfortuna. Tutte queste sofferenze serviranno ai nostri giovani per maturare ancora più in fretta. Spesso in mezzo a toro io divento bambino ma è importante che mi credano quando chiedo che giochino la palla di prima». E' emozionato anche capitan Salvadore. Spiega: «Dei quattro che ho vinto questo è il più bello perché il più sofferto. L'abbiamo vinto perché siamo stati sempre tutti molto amici tra noi. E' sempre eccitante sentirsi campioni di Italia. Che pubblico, però, per tutto l'anno. Gli dobbiamo non poco». Gli spogliatoi a poco a poco si vuotano. Restano negli angoli bottiglie vuote di champagne. Bettega è fra gli ultimi ad andarsene. «Non vedevo gli spogliatoi da quattro mesi — dice — avrei proprio voglia di cambiarmi e giocare una partita». Se ne va con gli occhi ancora lucidi mentre la festa prosegue fuori, in una città che per qualche ora ricorda Rio de Janeiro, quando il carnevale impazza e la gente balla e beve per la strada, bloccando il traffico. Salutiamo Marchetti. «Piacere — dice — Giampiero Marchetti, campione d'Italia. Fa un bell'effetto, non le sembra?».





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  Nous sommes en 1971-72 : Boniperti est le nouveau président, Cestmir Vycpalek, qui après la guerre a joué avec la Juve, est catapulté directement de l'équipe «junior » au poste d'entraîneur. La Juve est l'équipe à battre : fraîche, vigoureuse, complète. Elle prend le large pendant que Tinter décline et que le Milan AC de Rocco s'essouffle. Son parcours est si linéaire, avec des moments d'une incroyable beauté (à l'image du 4-1 infligé au Milan AC chez eux avec un but du talon de Bettega) que personne n'a de doute quant à l'issue du tournoi, qui va pourtant connaître de nouvelles agitations. Le Torino de Giagnoni est irréductible, mais un autre malheur s'abat sur la Juve alors en tête : la maladie pulmonaire de Bettega, qui impose la supériorité de l'équipe grâce à ses buts. L'abandon du champion, un coup très dur également pour la Nazionale qui ne se qualifie pas pour le championnat d'Europe de 1972, risque de compromettre le trophée juventin. Les matches retour ne sont qu'une suite d'égalisations conquises avec acharnement, alors que le Torino les suit de près et finit par les dépasser. Alors que la finale promet d'être fébrile, le fils de Vycpalek meurt dans la catastrophe aérienne de Punta Raisi. La Juve lui dédiera son trophée. Après le macht nul concédé après un but contre son camp à Florence, le 2-0 contre le Vicenza marque la fin d'un cauchemar.
































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